Esistono strumenti musicali in molte chiavi diverse.
Moltissimi strumenti sono in quella che viene chiamata “concert key”, per esempio pianoforte, oboe, fagotto, flauto, violini e archi in genere, chitarra, arpa e molti altri. Le note prodotte da questi strumenti sono note “reali”: se suoni una nota con uno di questi strumenti e controlli l’intonazione con un intonatore, vedrai che esso segna esattamente il nome della nota che stai suonando.
Per esempio se suoni un SI bemolle (SIb) sul pianoforte, l’intonatore indicherà la nota SIb.
Tutto questo suona piuttosto semplice, vero?
Ma ora viene il bello.
Esistono molti strumenti in diverse chiavi, per es. strumenti in SI bemolle, in MI bemolle, in FA, in LA... Questi strumenti vengono chiamati strumenti traspositori.
Quando suoni un DO con uno strumento in chiave di SIb, la nota che stai suonando corrisponde al SIb del pianoforte (o del violino, dell’oboe ecc). Cioè il tuo DO è un SIb reale.
Quando suoni un DO con uno strumento in chiave di MIb, esso corrisponde a un MIb reale.
Consideriamo la famiglia dei clarinetti per esplorare meglio questo concetto degli strumenti traspositori.
Il clarinetto più utilizzato è quello in SIb, o clarinetto soprano. Anche la tromba, il sax tenore e il sax soprano sono strumenti in SIb.
Quando suoni un DO su questo clarinetto, l’intonatore indica un SIb (cioè la nota reale). La nota “DO” che stai suonando sul clarinetto è la nota scritta sulla tua partitura: tu leggi un DO, ma il suono prodotto dal tuo strumento è un SIb.
Vedremo in seguito il motivo per cui non si insegna a suonare il clarinetto leggendo le note reali.
Ecco ora uno schema che riporta le note scritte per clarinetto in SIb e le corrispondenti note reali:
Ecco invece la corrispondenza per quanto riguarda il clarinetto in MIb, o “clarinetto piccolo”:
E infine la corrispondenza per il clarinetto in LA (un tipo di clarinetto poco usato nelle bande ma presente nelle orchestre sinfoniche):
Ora che avete preso dimestichezza, provate a creare uno schema simile anche per strumenti in FA o in altre chiavi (sapendo per es. che il DO suonato da uno strumento in chiave di FA corrisponde al FA reale, cioè c'è un intervallo di una quinta esatta).
Ma perché non si insegna a suonare il clarinetto leggendo le note reali?
I clarinettisti leggono le note direttamente in chiave di SIb: non leggono le note reali. Questo non comporta troppi problemi?
Quando viene richiesto di intonarsi e il flauto o l’oboe suonano un LA, il clarinettista deve sapere che egli dovrà suonare un SI naturale. Se l’oboe dà un SIb, il clarinettista deve suonare un DO.
La ragione per cui non si insegna a leggere le note reali è che questo facilita i clarinettisti che usano diversi clarinetti (in SIb o soprano, in MIb o piccolo, in LA).
Molti clarinettisti si trovano prima o poi a suonare diversi strumenti della famiglia dei clarinetti, intonati in diverse chiavi, i quali però condividono lo stesso sistema di digitazione, cioè le stesse posizioni per le varie note.
Per esempio, quando leggi sul pentagramma il SOL sul secondo rigo dal basso, lo suonerai lasciando tutti i fori aperti, indipendentemente dal clarinetto che stai usando.
Ovviamente quel SOL che leggi produrrà una nota reale diversa sui diversi clarinetti (su quello in SIb sarà infatti un FA reale, mentre sul clarinetto in MIb sarà un SIb naturale).
Se suonassimo le note reali sul clarinetto, dovremmo imparare un sistema di posizioni diverso per ognuno dei clarinetti. Non sarebbe molto divertente, vero?
Nel ‘700, durante i primi anni di vita del clarinetto, gli strumenti erano molto semplici e non così tecnologicamente avanzati come quelli di oggi. Si potevano suonare senza problemi clarinetti in diverse chiavi e ve n’erano infatti di molti tipi: clarinetti in SIb, in MIb, in LA, in SOL, in RE erano molto comuni.
Con l’implementazione di soluzioni tecniche sempre più complesse e raffinate, alcuni di quei clarinetti vennero gradualmente abbandonati. Oggi il clarinetto in SIb è quello più comunemente usato. Anche il piccolo in MIb viene spesso usato sia nelle orchestre sia nelle bande, mentre quello in LA resta favorito piuttosto per composizioni di musica da camera.
Fonte:
http://clarinet-space.skyleapmusic.com/understanding-clarinet-transposition.html
Traduzione a cura del Corpo Musicale di Bolgare (Bg):
http://bandabolgare.blogspot.it
Non e' gusto definire il clarinetto " strumento traspositore " ma e' giusto definirlo "strumento anche traspositore "
RispondiEliminama non romperci i coglioni
EliminaIl clarinetto in do non è traspositore
EliminaMoio
EliminaFinalmente una spiegazione chiara e semplice. Bravi, Bravi, Bravi.
RispondiEliminavorrei far notare che la chitarra è considerato uno strumento traspositore per il resto bell'articolo
RispondiEliminaPerché?
EliminaPerchè la nota reale prodotta dalla chitarra risulta un'ottava sotto rispetto a quella scritta sul pentagramma.
EliminaGrazie. Spiegazione chiarissima.
RispondiEliminaVorrei sapere, le note del pianoforte sono le stesse, dell' oboe
RispondiEliminaSi
EliminaSi
RispondiEliminaIo non sono d'accordo sul fare suonare il clarinetto in sib leggendo le note in chiave di violino in quanto questo falsa l'orecchio del musicista che chiamerà le note reali in modo diverso, il do in chiave di violino realmente è un sib reale quindi perché chiamarlo do?
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